Ho sempre lasciato che le cose accadessero spontaneamente, forse sbagliando e forse credendo che il mondo accanto a me percepisse l’immane fatica nel realizzare un attivismo rinnovato, moltiplicando i centri di interesse, e costruendo accanto alla passione astratta per i diritti, un sistema di servizi e di valori capaci di proteggerli. Hanno spesso frainteso questo mio desiderio paterno di costruire qualcosa che mi narrasse con una voglia di potere. Sbagliavano. Oggi più che mai sento l’angoscia proveniente dalla paura di una società capace di tornare sui propri passi, spaventata dal futuro reale e da quello digitale. I diritti sociali appaiono secondari ed effimeri rispetto a quelli del lavoro che si deperisce, della salute che si privatizza e della competizione tra i poveri che cresce. Nonostante questo faccio Omovies perché è una resilienza al nero che avanza e che inghiottisce tutto e tutti in uno schema semplice e di poche parole la cui più celebre è PRIMA IO. Io, puro, normale, tradizionale, bianco, occidentale… e dopo gli altri, le minoranze, le differenze, le esistenze fastidiose. Ecco perché sento che è anche resistenza, non tanto al fascismo che non esiste come tale, ma agli stessi valori ed agli stessi metodi che cagionarono prima accusati, poi incarcerati e poi lasciati morire nell’indifferenza proprio come qualche volta è capitato a persone dalla pelle scura nel mezzo del mediterraneo. Tutti ed altri temi come questi sono in Omovies, che vanta un film in concorso che proviene da un paese in cui l’autore ha rischiato la vita solo per averlo girato ed il cui sogno è immaginare un pubblico a fruirne i fotogrammi. Omovies è militanza, è esistenza ed è resistenza all’omofobia ed alla ignoranza di un popolo che difendo con la mia vita e attraverso la mia felicità e dal quale non mi aspetto altro che utilizzi la gratuità di un evento per guardarsi negli occhi degli altri, per riflettere su se stesso o se stessa e per capire nel mondo come si vive rispetto a dove viviamo noi. Dunque annulla i tuoi impegni, quelli che potrai rimandare, perché questa opportunità è unica ed accade una volta l’anno. Non perderla, rigenerati al Made in Cloister con Omovies, con Giuseppe Bucci e con Vittoria Schisano. Siediti su quella maledetta sedia e socializza il tuo attivismo contro il bullismo omofobico nelle scuole e poi guardati qualche film, discutiamone insieme… confrontiamoci in movimento. perché solo così il pesce piccolo non è mangiato da quello grande, se rimane in banco e conta sull’unità che nasce della umanità.
Carlo Cremona
direttore artistico di Omovies Film Festival
presidente i Ken ONLUS