Gay Movie Nights, tre giornate di cinema sull’amore universale
Un buon momento di riflessione sui diritti civili attraverso delle pellicole a tema omoerotico
Probabilmente per la prima volta Trani si apre alla riflessione su diritti civili inalienabili. Quelli rivolti alla comunità Lgbtqie, acronimo complesso che sta a indicare quella fascia di popolazione ancora poco tutelata, all’atto pratico, in materia di orientamento sessuale e identità di genere. L’opportunità nasce dalla proiezione di tre film in tre serate diverse, accomunate sotto il titolo di Gay Movie Nights. La tre giorni di cinema sarà organizzata presso il cittadino circolo Arci “Hastarci”, sito in via Pedaggio Santa Chiara 138.
L’idea è nata nella testa di Ruggiero Desantis, un fashion designer che ha girato il mondo partendo da Barletta. Proprio l’esperienza in altri Paesi sta alla base del concetto da cui parte l’idea della sua nuova collezione, legata alla parola inglese “Love“, che nella lingua d’oltremanica accoglie significati più complessi rispetto all’italiano “amore”.
Assieme al designer Tiziano Tarantini, creatore del brand Moustache Style, e all’associazione culturale tranese La Caméra-Stylo, attiva nell’organizzazione di eventi culturali in vari “formati”, danno vita a questo piccolo percorso all’interno dell’amore universale attraverso tre pellicole. I film scelti sono Happy Together, del regista cinese Wong Kar-Wai e premiato con la miglior regia al 50° Festival di Cannes, Les Amours imaginaires (o Heartbeats), presentato a Cannes fuori concorso, e Quasi Niente (Presque Rien), del francese Sébastien Lifshitz. Contesti e approcci diversi attorno a un unico perno centrale. Il rapporto omoerotico, più o meno concreto e concretizzato a seconda del lungometraggio.
Appoggio all’iniziativa è stato garantito anche dall’Arcigay Bat, associazione che si occupa in prima linea di promozione sociale e culturale a difesa dei diritti della comunità LGBTQIE e opera attivamente nella sesta provincia pugliese da circa due anni, con attenzione particolare alla lotta all’omofobia e al bullismo omofobico, oltre al coming-out e all’omo-affettività.
Lo sviluppo culturale della città non passa soltanto dagli investimenti, grandi o piccoli che siano, ma soprattutto dai singoli e dalle piccole comunità che decidono di far qualcosa disinteressatamente per il territorio. Trani è piena di queste realtà, meriterebbero tutte quante più considerazione, a prescindere da fazioni politiche e estrazioni sociali rappresentate.